La contraddizione fra processo di sviluppo, avanzato, della globalizzazione economica e processo di sviluppo, ancora ai primordi, della globalizzazione delle regole, della politica e delle istituzioni è sotto gli occhi di tutti.
Questo gap ostacola la governabilità del mondo, alimenta le asimmetrie fra gli attori e di conseguenza anche i conflitti, producendo imprevedibilità e incertezza. Alla fine si ritorce anche contro lo stesso processo di globalizzazione economica, contro il mercato globale, che come ogni mercato ha bisogno di regole, di istituzioni, di certezze.
Il libro di Sabino Cassese, in questo quadro, offre un rilevante contributo, concettuale e più ancora empirico, alla nostra conoscenza e riflessione. Documenta con straordinaria capacità analitica, anzitutto, il grande processo in corso di sviluppo di un diritto globale, attraverso una molteplicità di forme, di soggetti e di esperienze, che solo grandi specialisti (come appunto Cassese) sono oggi in grado in qualche misura di rilevare empiricamente e di "padroneggiare" concettualmente.
Esistono, rileva Cassese, "circa duemila organizzazioni internazionali, più di cento tribunali internazionali, altrettanti organi quasi-giurisdizionali, un grandissimo numero di norme universali, dirette sia alle amministrazioni nazionali sia ai privati".
E' tuttavia una globalizzazione del diritto ancora instabile, parziale, precaria, carente sia di legittimazione sia di efficacia. Il fatto è che lo Stato, la statualità sovrana nazionale "modello Westfalia" - il grande "regolatore" della storia moderna - oggi è in crisi, o almeno in trasformazione, secondo molti anzi già al tramonto. Ma, nel contempo, la formazione di una nuova statualità regolatrice, post-nazionale e globale, è soltanto ancora agli inizi. Esperienze di governance globale sono visibili, ma sono ancora embrionali, e inoltre sono ancora carenti le nostre capacità di monitorarle e, più ancora, le nostre capacità di "pensarle" teoreticamente. Né ci è chiaro, voglio aggiungere, come pensare in termini nuovi e più adeguati al mondo che sta nascendo il rapporto fra governance e government, fra governabilità "negoziata" e governabilità "di comando".
Siamo appunto, per riprendere il titolo del libro di Cassese, "oltre lo Stato" (almeno quello westfaliano), ma in qualche modo "in mezzo al guado": fra destrutturazione e ristrutturazione, fra disordine e nuovo nomos, fra anomia/impotenza della politica e nuova polis.
Che cosa ci aspetta, "oltre lo Stato"? Si delinea, secondo Cassese, un "ordine giuridico globale" dotato in qualche misura di una "sostanza costituzionale", anche se non di una costituzione. Forme di statualità diverse da quelle che abbiamo conosciuto, con attori e con modalità di legittimazione e di efficacia per molti aspetti inedite. Un orizzonte nuovo, in buona parte ancora da scoprire.
Recensione a cura di Giampiero Bordino