L'interessante raccolta di saggi di Jonathan Friedman “La quotidianità del sistema globale” parte dal presupposto che la globalizzazione “c'è sempre stata”, in misura maggiore o minore e a seconda dei cicli storici, da quando l'uomo ha promosso attività di scambio organizzate sul pianeta. Certo, ciò che Friedman intende per globalizzazione non quel radicale cambiamento cosmologico introdotto dalle nuove tecnologie e dal sostanziale azzeramento delle categorie di tempo e spazio, ma piuttosto un sistema globale di interconnessione cresciuto nei tempi storici.
In ogni caso, l’approccio dell’autore ai sistemi globali che forgiano il “fenomeno globalizzazione” è un approccio tipicamente glocale: non si capiscono i piccoli mondi (locali) se non si tentano di comprendere i grandi sistemi (globali) dentro cui questi si muovono. L'autore ne fornisce un'efficace esemplificazione attraverso l’analisi dei modi di comportamento di concrete comunità locali inserite, secondo peculiarità proprie, nei sistemi globali. Egli afferma infatti che i sistemi globali non sono altro che la rielaborazione in ambito locale e identitario di ciò che di globale è portato in tutto il mondo da reti di interscambio.
“I sistemi globali”, secondo la definizione di Friedman, comprendono “i processi di globalizzazione, l'instaurarsi di forme istituzionali globali, di processi globali d'identificazione e dei loro prodotti culturali. Secondo l'autore sostanzialmente la globalizzazione si autoriproduce sia come evento concreto (maggiori relazioni, più scambi) sia come spazio immaginario necessario affinché l'evento concreto si realizzi (il “pensare globale”).
L'interesse del libro di Friedman risulta allora chiaro ed evidente: i sistemi globali (globalizzati) sono, come sottolinea l'autore stesso, il prodotto di quella tendenza alla modernità che “non è un fenomeno storico particolare né qualcosa di peculiarmente europeo, ma un processo, una tendenza che si è manifestata in tutte le civiltà caratterizzate da un elevato grado di commercializzazione”. La modernità è già apparsa molte volte, in vari gradi e in forme alternative, ed è il vero collante che unisce e rafforza la tendenza al relazionarsi reciproco delle civiltà umane.