Questo interessante volume collettivo presenta un’analisi completa e attuale della posizione identitaria della Svizzera italiana nella globalità. Il volume è composto da due sezioni: nella prima intellettuali ticinesi di spicco (Orazio Martinetti, Marco Marcacci, Remigio Ratti, Oscar Mazzoleni) si chinano sull’identità in cammino della “Terza Svizzera”, quella italiana, un discorso promosso già in passato dal gruppo di studio e di informazione “Coscienza Svizzera” e aggiornato, appunto, a quella che i curatori del libro definiscono l’epoca della globalità. La seconda sezione offre, invece, uno “sguardo dall’esterno” sull’identità svizzero-italiana. Gli autori ospitati, in questo caso, sono i confederati Georg Kreis, Martin Schuler, Joëlle Kuntz e i lombardi Piero Bassetti e Aldo Bonomi.
Il dibattito attorno alle tematiche contenute nel volume non è nuovo in Svizzera e per la Svizzera, come sottolinea lo storico Georg Kreis. Anche la ricerca di un giudizio esterno sulla Svizzera e la sua posizione per certi versi unica in Europa non è nuovo. Nuovo è, invece, senz’altro l’approccio compiutamente glocal all’elaborazione del volume: la posizione dei ticinesi all’interno della loro appartenenza politica svizzera e socio-economica elvetica e italica è aggiornata al più avanzato dibattito sulle realtà regionali e sulle interazioni fra di esse. Infatti, nell’introduzione i curatori sottolineano: “I processi di globalizzazione insidiano non solo gli Stati nazionali unitari, ma anche quelli, come la Svizzera, che hanno tradizioni e forme costruite attorno al governo, o meglio alla ‘governanza’ territoriale (intesa come insieme di forme intermedie di regolazione, fra Stato e mercato, che attengono alla sfera sociale ed economica), relative ai principi di sussidiarietà, di rispetto e di solidarietà nell’ambito del federalismo e del pragmatismo negoziale. In questa ottica, per il suo trascorso storico, la Svizzera italiana può essere vista come un laboratorio di ‘governanza’ di una minoranza di fronte al cambiamento”.
Se l’identità degli svizzeri italiani è segnata appunto dalla doppia appartenenza sia elvetica sia "italica", come sottolinea efficacemente Bassetti, vi sono profonde ragioni socio-economiche perché ciò si sia verificato. Elenchiamole. L’avanzamento della “città infinita” (Bonomi) espansa ormai da Milano a Zurigo ha “inglobato” di fatto il Canton Ticino. Il federalismo svizzero (Ratti, Mazzoleni), meno solidale di un tempo e più competitivo a causa della formazione di reti lunghe a livello globale, reti privilegiate dalla grande economia svizzera a discapito del discorso inter-regionale. La stessa storia della società svizzera (Martinetti, Marcacci), oscillante fra apertura e ripiegamento. Le relazioni con il grande polo urbano milanese che caratterizzano il Ticino nei confronti della vicina Penisola (Schuler) e il capirsi-non capirsi che caratterizza gli scambi cultural-sociali fra Svizzera italiana e Svizzera interna (Kuntz). Ecco, in rapida sintesi, i temi principali affrontati dagli autori.
Il libro, oltre a essere uno spunto di riflessione per il lettore comune di qua e di là delle Alpi, sarà promosso come fulcro di un dibattito pubblico che “Coscienza Svizzera” intende lanciare in Ticino e oltre. Il taglio glocale di quest’operazione intellettuale – la Svizzera italiana come esempio concreto di "locus italico" in un contesto nazionale elvetico ed economico-regionale lombardo – è di indubbio interesse e presume un nuovo coinvolgimento delle élites ticinesi nel ricercare una via percorribile per la Svizzera italiana a partire dalla sua identità plurima.