Presidente Fazioli, il concetto di italicità – l'idea di una rete sovranazionale di cultura, valori e interessi che riunisce gli italici in tutto il mondo - è noto presso i membri di Coscienza Svizzera?
Più che il concetto, che risulta ancora abbastanza nuovo alle nostre latitudini, anche se non è più del tutto ignoto, è la prassi, direi la prassi quotidiana di contatto con l'Italia e l'italofonia a rendere di fatto l'italicità una realtà esistente e nota. Noi svizzeri di lingua italiana siamo, naturalmente, imbevuti di cultura italofona. Ed è proprio in quest'ottica che contiamo moltissimo sul polmone italofono che, per noi, è rappresentato innanzitutto dalla vicina Italia.
Secondo lei, l'italicità può aggiungere qualcosa alla ticinesità inserendola in un sistema, innanzitutto culturale, più ampio e riconosciuto? Ciò è percepito e percepibile al livello federale svizzero?
A questa domanda sono costretto a rispondere in modo ambivalente. Da parte nostra sentiamo molto l'appartenenza italica. Ogni giorno leggiamo i giornali e guardiamo le tv italiane. In questo modo, la nostra ticinesità cessa di essere il percorso solitario di un cantone isolato inserendosi in una matrice culturale italica. Purtroppo, l'importanza della cultura di origine italiana non è sempre percepita come tale in ambito svizzero. Il Ticino e la lingua italiana, spesso e volentieri, sono visti come realtà minoritarie. Infatti, se il resto della Svizzera badasse di più alle potenzialità del bacino italofono, altre e ben diverse decisioni per quel che concerne l'italiano sarebbero prese a livello federale. Per fare un esempio che appartiene al passato ma che è emblematico, la stessa radiotv svizzera di lingua italiana (Rtsi) è nata "per non lasciare imbastardire la cultura svizzera" per mezzo di "contaminazioni" italiane. Questa forma di difesa e di isolazionismo culturale appartiene per lo più al passato, ma non è stata del tutto superata.
Di recente Coscienza Svizzera ha organizzato un convegno sulla trasversale ferroviaria Alptransit. In un'epoca caratterizzata da una forte mobilità, come quella attuale, l'assetto infrastrutturale contribuisce ad aumentare il valore del territorio nella rete globale. Pensa che il Ticino saprà sfruttare alcuni suoi vantaggi indubbi presentandosi come un nodo di reti, tale da richiamare su di sé attenzione e risorse?
Più che pensarlo, noi tutti lo speriamo. Abbiamo constatato che finora l'interesse per questa grande opera si è limitato a ricadute di tipo economico e finanziario. Forse non è stata ancora avvertita appieno la portata della ricaduta culturale che la realizzazione di Alptransit comporta. L'avvicinamento di Milano e Zurigo al Ticino, che sarà possibile se la nuova linea veloce potrà contare su due "fermate" ticinesi, Lugano e Bellinzona, permetterebbe di promuovere adeguatamente il patrimonio culturale degli storici castelli di Bellinzona, oltre che delle bellezze paesaggistiche di città come Lugano e Locarno. Per quel che concerne le reti in arrivo, il discorso non e stato ancora recepito da tutti. Gli esperti hanno capito che Alptransit di fatto inserisce il Ticino in una rete di comunicazioni a livello europeo oltre che svizzero. Si tratta, ora, di rendere nota questa verità anche a livello mediatico e popolare.
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