Milano ed Expo 2015: una sfida glocal per nutrire il pianeta
Se quella di Shanghai può essere considerata ancora un’esposizione di stampo internazionale, l'Expo 2015, con il suo tema planetario, si candida ad essere la prima esposizione in un mondo glocal.
Questa la riflessione centrale di Piero Bassetti, Presidente di Globus et Locus, durante il suo intervento al convegno "Da Shanghai 2010 a Expo 2015. Agricoltura e metropoli. Il futuro dell'umanità", tenutosi lo scorso 25 ottobre 2011, all'interno dell'International Partecipants Meeting (IPM) dell'Expo 2015, a Palazzo Reale.
Riteniamo interessante condividere le considerazioni di Piero Bassetti e ne riportiamo il contenuto, in forma sintetica:
"Non a caso il tema portante di Expo 2015 “nutrire il pianeta, energia per la vita” non può essere considerato un problema articolabile in sfide nazionali o inter-nazionali, ma è un problema globale, i cui effetti si sviluppano dovunque nel mondo e quindi in tutti gli ambiti locali. In esso, i due piani classici del glocalismo – cosa si deve fare a livello globale e cosa a livello locale – si manifestano necessariamente insieme.
Ecco perché Milano (intesa come Milano allargata, città glocale) nel momento in cui pensa a un approccio innovativo rispetto alla tradizionale concezione degli expo universali o internazionali basati sui padiglioni nazionali, e quindi su una collazione di localismi, è portata a pensare come preminente l’aspetto culturale del tema “nutrire il pianeta, energia per la vita”. È un fatto evidente che, nella storia delle esposizioni internazionali, la messa in mostra come fiori all’occhiello di soluzioni ostensive raggiunte e possedute a livello nazionale, è stata la prassi corrente. Oggi, invece, su un tema come “nutrire il pianeta, energia per la vita” è chiaro che emerge una preoccupazione un po’ diversa, quella del modo con cui approcciare un problema che sappiamo tutti essere complesso e difficile, al di là di qualunque tentativo di disarticolazione e riduzione a livello nazionale. Quando si parla di nutrizione, di energia, di loro sostenibilità, è chiaro che il tema ci sfida a un approccio globale, che certo conserva il senso di tanti contributi nazionali, ma alla condizione irrinunciabile di una chiara ricomposizione di sintesi su scala planetaria. Il problema di fondo sta dunque nella comprensione dei problemi. Tale comprensione, in termini software e non solo hardware, è necessaria per rigenerare istituzioni in crisi, tipo la Fao, che oggi appaiono in difficoltà rispetto a problematiche globali complesse, come quella al centro dell’Expo 2015.
Ora, la nostra aspirazione parte proprio da qui: come collocare Milano, non soltanto nel periodo dell’expo ma in generale, al centro di questo sforzo planetario per cercare di risolvere il problema della nutrizione del mondo, che non è solo un problema di scarsità o di massimizzazione della produttività. Per esempio, il governo inglese, attraverso il Foresight Global Food and Farming Futures project, ha evidenziato 14 filoni tematici da considerare e sollevato 100 top questions, alle quali bisognerà in qualche modo rispondere, che riguardano aspetti non solo dell’offerta di cibo (per esempio la connessione con il problema dell’acqua o dell’energia), ma anche dei modi di coniugare le tematiche della progettazione territoriale, della sovranità alimentare e della partecipazione democratica.
O ancora, per esempio, le ipotesi e proposte (come quella elaborata da Rete Italia America Latina RIAL – Parco Tecnologico Padano – Cesvi) che si stanno approfondendo circa l’assunzione di spazi omogenei di rappresentazione delle esperienze di aree continentali, come ha fatto per esempio l’America Latina per il padiglione allestito a Saragozza nel 2008 dedicato all’acqua. Riferimento che è stato ripreso da Enrique Iglesias, membro del Comitato d’onore dell’Expo 2015. Far convergere contributi di questo tipo attorno al tema dell’Expo, può essere un utile strumento per reinterpretare il motto “nutrire il pianeta” secondo linee di sostenibilità e di innovazione responsabile di fronte alla crisi presente e futura. La preparazione dell’Expo non può infatti prescindere da uno sguardo realistico sulla crisi globale e sul suo impatto sulla nostra capacità di pensiero innovativo.
Ecco perché noi pensiamo (e il Presidente Formigoni l’ha anticipato) che, oltre che nella specificità dei diversi contributi nazionali, il candidarsi a un ruolo egemonico su questo tema planetario, sia una sfida complessa nei contenuti e nelle modalità, ma troppo importante per essere declinata. Una sfida che Milano vuole e può raccogliere, anche facendo leva sulla sua collocazione al centro della pianura padana che è stata per secoli l’Eldorado della nutrizione europea, un’eccellenza costruita sulla tradizione secolare di messa a punto di tecnologie agricole avanzate cui hanno contribuito geni come Leonardo Da Vinci o Carlo Cattaneo; sul suo essere al confine tra Europa continentale e Mediterraneo e quindi abituata nell’uso e nella produzione a una pluralità di modelli.
Milano, alla messa a punto di questa tematica ha ritenuto opportuno coinvolgere, da un lato le sensibilità culturali delle tante comunità immigrate che si sono riunite in questi giorni, in cui è emersa l’importanza di far sì che da EXPO 2015 scaturisca una proposta politica e una vision in grado di proporre Milano come “città delle culture”, e in relazione alla quale in questa sede verrà illustrato il Manifesto per l’Expo dei Popoli. Allo stesso tempo, Milano ha ritenuto opportuno coinvolgere anche i suoi centri di eccellenza mondiale, come quelli che sono stati impegnati nella redazione della Carta 2015. Come è stato da più parti sottolineato, sarà importante concepire questa expo come un format aperto, all’interno del quale riflettere sui modelli di ritorno alla terra, come sul ruolo delle nuove tecnologie e sui comportamenti di consumo (tema caro a realtà rilevanti come, ad esempio, Slow Food).
Milano vuole quindi candidarsi a riuscire a cogliere questa articolazione di risposte a una sfida che è planetaria ma che si presenta in una miriade di localismi."
Ancora sul tema delle glocal cities...
All'interno delle riflessioni sulle possibili forme di governance delle città nel mondo globalizzato, tema sul quale Globus et Locus lavora da molti anni attraverso i suoi progetti sulle glocal cities, riteniamo interessante segnalare anche l' intervento del Presidente Piero Bassetti (scarica l'intervento) alla IX Biennale delle Città e degli Urbanisti europei, a Genova, il 15 settembre scorso, e anche quello al corso Città: Visioni, Territorio, Politiche, un progetto promosso e organizzato da Susp (Student's Union di Scienze Politiche), articolato in un ciclodi 13 lezioni, dedicate alle tematiche riguardati la città, le sue forme di sviluppo e di possibile governo.
Durante la sua lectio di apertura del corso Susp, tenutasi il 25 ottobre e dedicata al tema "La città glocale, fra flussi e territorio", Bassetti ha stimolato i giovani presenti all'incontro (circa un centinaio) a riflettere sul fatto che, se fino a poco tempo fa le reti di relazioni erano condizionate dal territorio, oggi non è più così. C’è stato un cambiamento di paradigma nel rapporto fra organizzazione delle reti funzionali che determinano il contesto fruibile delle relazioni e il territorio (come grande supporto delle reti fisiche). Questo cambia tutte le specificità delle problematiche urbane. Il paradigma della città è ora un paradigma politico fondamentale.
Con l’abolizione dei confini, avvenuta anche grazie all’innovazione tecnologica, è radicalmente mutata l’organizzazione del rapporto città- campagna, ed è emersa la dimensione urbano-cittadina come nuova dimensione aggregante.
Questo pone diverse problematiche, pensiamo ad esempio al rapporto fra “home” e città. Il modo di concepire la casa è legato al modo di concepire la famiglia, il lavoro, la propria identità. Come vogliamo organizzare i quartieri della nuova città glocale? Quella che si affaccia oggi è la città glocal, ed è quella sulla quale le nuove generazioni sono chiamate a lavorare.
La prossima lezione su "Poteri e geografia dello sviluppo" si terrà l'8 novembre. Scarica il programma!
Non ci sono più le mezze stagioni. Quale futuro per il mondo arabo fra primavera e autunno?
Nell'ambito dell'analisi politico-culturale che svolge Globus et Locus sulle problematiche del mondo glocal, riteniamo interessante segnalare la riflessione di Luca G. Castellin, Ricercatore presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e autore del libro Ascesa e declino delle civiltà (Vita e Pensiero, 2010) sull'evoluzione degli scenari del mondo arabo. I moti popolari sono giunti a risultati parziali, diversi e, in un certo senso, contraddittori. Quale approccio adottare per cercare di comprendere le dinamiche in atto?
Scarica l'articolo di Luca G. Castellin: Non ci sono più le mezze stagioni
Eventi
Segnaliamo in questa sezione eventi di Globus et Locus o di altri enti.
Presentazione libro
"Futuro Artigiano. L'innovazione nelle mani degli italiani"
Milano, 8 novembre
Cosa unisce le principali griffe italiane all’industria delle macchine di precisione che esportiamo in tutto il mondo? Cosa lega la produzione di pezzi di design in serie limitata e la realizzazione di luna park e grattacieli su misura? Il libro di Micelli pone il tema del savoir faire italico, come elemento distintivo, capace di creare innovazione nel mondo glocale. All'incontro, come discussant, saranno presenti: Piero Bassetti, il sociologo Francesco Morace e Fabio Renzi, segretario generale di Symbola.
Scarica l'invito!
Incontro su
"Internet: un organismo in evoluzione. Ora e sempre"
Milano, 29 novembre
Al consueto appuntamento annuale con "Il Salotto del MIX 2011" si parlerà dell'ecosistema Internet. Saranno presenti: Piero Bassetti, Emanuele Giovannetti (Senior Lecturer in International Business Economics - Cambridge), Paul Mandl (Director of Interconnection EMEA - Google), Joy Marino (Presidente MIX), Josh Snowhorn (Vice Presidente Terremark - a Verizon Company), Paolo Susnik (Amministratore Delegato di Tinet) ed altre personalità.
Modererà Enrico Pagliarini di Radio 24.
Per ulteriori informazioni si può consultare il sito dell'incontro.
Eurolobbisti
La recensione del mese: Eurolobbisti, di Matteo Lazzarini, Segretario Generale della Camera Belgo-Italiana, a cura di Sergio Roic. Leggi la recensione!
Rassegna stampa
La fuga dei cervelli italiani all'estero
Allarme Milano-Speranza Milano
Ma l'italiano è davvero una lingua regionale?
Corriere del Ticino
Companies call for tougher climate action
BBC News
US fall behind in global race for talent
Yale Global
UN: World will miss economic benefit of 1.8 billion young people
The Guardian