Newsletter Globus et Locus n. 5, Dicembre 2014

Il Premio Éupolis Lombardia 2014 

Quest'anno il premio Éupolis Lombardia 2014 è stato assegnato a Piero Bassetti, primo Presidente di Regione Lombardia e attuale Presidente di Globus et Locus e della Fondazione Giannino Bassetti.

Il Premio viene assegnato ogni anno a persone o a soggetti pubblici e privati che, nella loro attività, si sono distinti  per aver promosso in maniera esemplare lo sviluppo della conoscenza a supporto del buon governo (mission di Éupolis Lombardia). Lo scorso anno il riconoscimento era stato attribuito a Robert Putnam, Peter and Isabel Malkin Professor of Public Policy, Harvard University, e l'anno precedente a Julian Le Grand, Richard Titmuss Professor di Politiche sociali alla London School of Economics. 

La consegna del Premio si è svolta nell’ambito della conferenza annuale di Éupolis Lombardia dedicata al tema "Istruzione, formazione professionale e lavoro. Un difficile equilibrio, in Italia", tenutasi l’11 dicembre a Palazzo Lombardia.

Il Presidente Bassetti, nel suo intervento alla consegna del Premio, ha messo in evidenza alcuni temi del dibattito politico, che, a suo avviso, sono ancora di stretta attualità anche se certamente vanno oggi ripensati: il regionalismo, il rapporto globale locale, la transnazionalità, l’Europa delle regioni. Inoltre, il Presidente Bassetti ha evocato la centralità del ruolo che stanno assumento le nuove dimensioni di aggregazione identitarie e in particolare gli italici.   

All'interno del suo intervento, il Presidente Bassetti ha inoltre ricordato l'importante Conferenza degli Stakeholder sulla Strategia dell’unione europea per la Macroregione Alpina (EUSALP), svoltasi a Milano l'1 e 2 dicembre 2014, nella sede di Regione Lombardia. Per approfondimenti sugli interventi della Conferenza si rimanda al sito di EUSALP: http://www.alpine-region.eu/italy/stakeholder-conference.html

Il discorso integrale del Presidente Bassetti alla consegna del Premio Éupolis Lombardia 2014 può essere ascoltato collegandosi al seguente link:

http://www.fondazionebassetti.org/it/focus/2014/12/il_premio_eupolis_lombardia_20.html

 

Glocalizzazione ed Expo 2015: Milano incontra il journal Glocalism!

Il 6 novembre, a Milano, Globus et Locus ha promosso, in collaborazione con Laboratorio Expo, un evento di presentazione del numero di Glocalism dedicato al tema Feeding the Planet. Energy for Life, presso la Fondazione Feltrinelli. Keynote speaker dell’evento, che ha rappresentato un’occasione anche per presentare lo stesso journal, era Roland Robertson (University of Aberdeen) uno dei pionieri a livello mondiale nel campo degli studi sulla globalizzazione e membro del comitato di indirizzo di Glocalism.

Gli altri relatori presenti al workshop erano Salvatore Veca, Curatore scientifico del Laboratorio Expo, Piero Bassetti, Presidente di Globus et Locus e Editor-in-chief di Glocalism, Davide Cadeddu Executive Editor di Glocalism e Alberto Martinelli, Professore Emerito all'Università degli Studi di Milano.

Al termine della lecture sono intervenuti, ponendo dei nuovi stimoli per la riflessione, anche Jacopo Bonan, Federica Riva e Nadia von Jacobi, ricercatori di Laboratorio Expo che hanno contribuito al numero Feeding the Planet. Energy for Life di Glocalism.

Il giorno successivo, 7 novembre, su invito dei promotori del journal e dell'Università degli Studi di Milano, il prof. Robertson ha tenuto un'interessante lecture dal significativo titolo “Beyond the discourse of globalization”, nell'ambito delle celebrazioni per i 90 anni dell'Università.

Di fronte a una platea composta da molti giovani, Robertson, nella sua lecture, ha sottolineato come nel fenomeno della glocalizzazione, che esprime la relazione fra globale e locale, queste due dimensioni si evolvano costantemente mutando i loro rapporti di scala. In questo discorso, la consapevolezza di cosa sia il globale oggi, non può prescindere, secondo Robertson, dalla dimensione del più ampio universo, o meglio dal concetto di "cosmo". Concetto che è stato sintetizzato da Robertson nella sua lecture con l'espressione "provincializing the planet: cosmology and globality".

La lecture, che è stata ripresa a video, può essere seguita collegandosi al seguente link: http://portalevideo.unimi.it/media?mid=416

 

Prosegue l'approfondimento sulle Banche popolari: intervista a Giovanni De Censi

La riflessione sulle banche popolari come attori fondamentali del mondo glocal, avviata con il precedente numero della Newsletter, prosegue con un’intervista al dott. Giovanni De Censi, Presidente del Consiglio del Credito Valtellinese e Presidente dell'Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane, nonchè Vice-Presidente della Confederazione Internazionale delle Banche Popolari (CIBP), di cui è stato alla Presidenza dal 1997 al 2000.

Nell’intervista si affronta in particolare il ruolo della tecnologia informatica nei servizi finanziari delle banche popolari, data l’importanza che nelle sue esperienze professionali il dott. De Censi ha sempre riconosciuto ad essa per una migliore gestione dell’attività bancaria e tenuto conto del fatto che il prossimo Congresso della CIBP a Rio de Janeiro sarà centrato su questo tema.

Quali potenzialità hanno offerto e continuano a offrire i progressi nell'info-telematica alle banche popolari, date le loro caratteristiche dimensionali (piccole-medie) e i principi che ispirano la loro strategia operativa (mutualità e prossimità dell'attività di credito e promozione dello sviluppo economico e sociale della comunità territoriale in cui sono radicate)?

L’importanza dell’informatizzazione, che peraltro è divenuta una scelta obbligata per la sopravvivenza stessa delle imprese, risiede, per le banche a vocazione locale, nella possibilità di meglio perseguire la finalità statutaria di prossimità al cliente, nella misura in cui ha consentito ad esse di adeguarsi alla globalizzazione senza per questo perdere il contatto con i propri territori. L’eliminazione poi delle distanze fisiche ha consentito alle banche medio piccole di interagire costantemente con una clientela sempre più geograficamente mobile.

Io credo tuttavia che lo sviluppo delle applicazioni infotelematiche, nelle banche come nelle altre imprese, debba essere coniugato con una filosofia di fondo che ponga l’ICT come strumento di servizio alla persona.

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Intervista di Ilaria Pasotti, collaboratrice di ricerca presso il CRANEC, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano. 

 

C'è ancora tempo per rispondere al call for papers di Glocalism su Global polity and policies!

Ricordiamo che c'è tempo fino al 31 dicembre per rispondere al call for papers del numero 2015/1 di Glocalism, che sarà dedicato al tema “GLOBAL POLITY AND POLICIES".  

Con l'occasione, segnaliamo, come comunicato nella nostra ultima Newsletter, che è online il numero 2014/3 di Glocalism sul tema delle "GLOBAL CITIES". 

 

Recensione del mese: Expulsions. Brutality and Complexity in the Global Economy

Saskia Sassen, the Belknap Press of Harvard University Press, London, 2014. 

Nel 1897, con il romanzo fantascientifico The Invisible Man, lo scrittore britannico Herbert George Wells creò un personaggio destinato a rappresentare una fonte d’ispirazione per numerosi altri racconti. Il protagonista della storia, Griffin, è un soggetto colpito da esclusione sociale, che vive già ai margini di un sistema, dal quale decide ‘autonomamente’ di uscire attraverso l’invisibilità.

Ai giorni nostri, invece, esiste un altro tipo d’invisibilità, che non riguarda la fantascienza. È quella determinata da un processo, accentuatosi nelle ultime tre decadi all’interno dell’economia politica globale, che spinge ‘forzosamente’ lavoratori, piccole e medie imprese e agricoltori al di là dei confini del sistema. Tale fenomeno è al centro di un recente volume di Saskia Sassen, Expulsions: Brutality and Complexity in the Global Economy. L’illustre sociologa ed economista, dopo aver dedicato nei decenni passati importanti lavori ai temi della globalizzazione e della città globale, affronta il problema delle crescenti «espulsioni» dal sistema socio-economico mondiale, determinate da un meccanismo di «smistamento selvaggio» che emargina e rende ‘invisibili’ (pertanto, non più presenti nelle analisi statistiche) persone, aziende e luoghi.

Attraverso una notevole mole di dati e case studies, Sassen non si ferma alla mera analisi quantitativa, ma intende offrire una nuova ‘concettualizzazione’ di questa trasformazione profonda e radicale del sistema globale, al fine di averne una più profonda comprensione. L’autrice esplora in dettaglio il fenomeno delle «espulsioni» – un termine-concetto utile e promettente – in quattro distinti ambiti: la riduzione dello spazio economico, la nuova corsa alle terre d’Africa, la finanziarizzazione dell’esistenza, la distruzione ambientale.

Dopo aver individuato un decisivo cambiamento nelle logiche di accumulazione capitalistica a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, ossia il passaggio dal modello keynesiano al paradigma neo-liberista, Sassen osserva come le risposte banco-centriche alla crisi finanziaria mondiale abbiano aggravato la situazione, dal momento che sono andate a incidere sui sistemi di welfare, aumentando le disuguaglianze sociali. E ciò, ovviamente, non ha fatto altro che mettere ancora più in difficoltà la democrazia liberale, già in stato di serio ed evidente declino. Accanto alle riflessioni socio-economiche, anche le osservazioni sulle conseguenze geopolitiche e ambientali delle «espulsioni» risultano suggestive. L’incorporazione di territori e risorse naturali da parte di governi stranieri nelle aree meno sviluppate del pianeta, insieme alla devastazione della biosfera, rappresentano infatti cause potenziali di tensioni e violenze presenti e future.

Il quadro generale che emerge dalle pagine dell’opera non è certamente incoraggiante. Tuttavia, Sassen non cede al catastrofismo. Da un lato, invita gli Stati a re-orientare, con ancora maggiore attenzione, la propria agenda globale verso «ambiente, diritti umani, giustizia sociale e cambiamento climatico». Dall’altro, scorge per gli individui ‘espulsi’ dal «margine sistemico» del mondo globalizzato «nuovi spazi d’azione», che dal sottosuolo devono essere riportati in superficie: sono gli spazi utili per sviluppare «economie locali, nuove storie e nuovi modelli di appartenenza».

Recensione cura di Luca Gino Castellin, ricercatore presso la Facoltà di Scienze politiche e sociali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.

 

Rassegna stampa

How Globalization Changed America in 2014, and What It Might Mean for 2015
Huffington Post

Support for Isis stronger in Arabic social media in Europe than in Syria
The Guardian

Europe Should Resist a ‘Dogmatic’ Drift
Il Sole 24 Ore

A Climate Accord Based on Global Peer Pressure
The New York Times

Formulating science in terms of possible and impossible tasks
Edge

Regionalism, Asia style
The Globalist

 

Cogliamo l'occasione per augurare Buone feste a tutti e arrivederci al 2015!

 

Nella sezione
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