Globus et Locus newsletter n. 3 2009

Europa oltre i confini

Anche in questo numero della newsletter riportiamo alcune delle attività e delle riflessioni che hanno caratterizzato il lavoro dell'associazione nell'ultimo mese e due segnalazioni interessanti su prossimi appuntamenti.

La prima riflessione che poniamo alla vostra attenzione ci sembra interessante alla luce del rinnovamento che l'Europa è chiamata a sostenere nei prossimi mesi. L'occasione per un confronto sul tema è stata data dal seminario "L’Europa oltre i confini" tenuto dal Presidente di Globus et Locus Piero Bassetti e da Giuliano Amato il 23 marzo scorso all'interno del ciclo di lezioni “La crisi e il nuovo scenario globale”, promosso dalla Fondazione Italianieuropei a Milano.

Su questo tema, vi proponiamo il pensiero di Globus et Locus, che prende a riferimento il concetto di Europa comepotenza normativa” elaborato da Zaki Laidi.

L’Europa può infatti essere considerata una potenza normativa, perché caratterizzata dalla capacità di elaborare e diffondere a livello globale regole e modelli normativi ed è senza dubbio la più avanzata esperienza di “regionalizzazione” in atto, intesa come processo di integrazione economica e sociale e di governance politica di dimensioni continentali. In quanto tale, vale quindi la pena di osservarla, interpretarla, discuterla.

Secondo Laidi, la potenza normativa è il vero elemento di soft power dell’Europa nel mondo. Sebbene, per non apparire ingenui, vada riconosciuto che l’hard power continua ad avere un ruolo decisivo nei rapporti inter-nazionali e trans-nazionali come risorsa di ultima istanza, è importante sottolineare che con la globalizzazione il peso del soft power è cresciuto considerevolmente. L'attuale crisi finanziaria con le sue ripercussioni a livello globale rappresenta un esempio evidente delle conseguenze di un vuoto normativo.

Non è errato affermare che la nuova mobilità del tempo e spazio zero e del web ha attraversato il capitale e lo ha glocalizzato: i flussi di denaro e i capitali, muovendosi al di fuori dei recinti tradizionali, si sono sottratti in buona misura alla regolazione istituzionale degli Stati collocandosi in una sorta di terra di nessuno. È proprio in ragione di queste considerazioni che oggi, alla luce delle nuove sfide poste dal glocal, si è arrivati a riconoscere l'opportunità di regole e "norme" che stabiliscano nuovi rapporti tra finanze locali e finanze globali.

L'affermarsi dei fattori soft (economia, informazione, cultura) nella vita collettiva è sostenuto da un lato dalla crescita del peso e del ruolo delle società civili globali rispetto agli apparati degli Stati, dall'altro dalla circolazione planetaria di questi fattori che, grazie alla rivoluzione tecnologica (comunicazioni, trasporti),possono esercitare un'influenza globale.

Alla luce di queste osservazioni, la tesi dell’Europa come “potenza normativa” assume un'importanza rilevante di cui Bruxelles dovrà tener conto se vorrà far fronte alle sfide del nuovo assetto globale che si va delineando.

 

The Renaissance Link

Il 27 marzo Globus et Locus, insieme ai rappresentanti di una sessantina tra aziende, agenzie di comunicazione, associazioni, ha partecipato alla presentazione della neonata associazione “The Renaissance Link”.

The Renaissance Link è stata creata da un gruppo di affermati professionisti del mondo della comunicazione, consulenza e del design (da Francesco Morace, a Maurizio di Robilant, a Giovanni Lanzone, a Paolo Anselmi per citarne alcuni) per mettere al centro “quei valori distintivi della qualità italiana che possono diventare universali, come creatività e innovazione, bellezza e sostenibilità, ricchezza delle differenze, radicamento nel territorio”. Renaissance Link è insieme una comunità di consapevolezza e “una comunità di destino” come amano definirla i suoi fondatori.

L’associazione vuole anche essere un laboratorio aperto, aperto alla sperimentazione di nuove idee, progettualità e pratiche, al servizio - ci auguriamo - di quella civilizzazione italica nel mondo che rappresenta un’enorme risorsa per una vera rinascita dei valori italici e rinascimentali. Il Presidente di Globus et Locus, Piero Bassetti, ha sottolineato l’importanza e la necessità che questo disegno abbia una polis di riferimento, e che questa polis non può essere rappresentata dagli stati nazionali, in crisi ormai endemica. L’invito è quindi quella di guardare al nuovo Rinascimento non da una prospettiva centrica tipica di un modello di made in Italy superato e in crisi, ma in una prospettiva reticolare e glocal.

Per saperne di più, vi riportiamo qui di seguito il testo dell’articolo di Francesco Morace, pubblicato su Nova il 26 marzo 2009.

 
Nova - Il Sole 24 Ore - giovedí 26 Marzo 2009
DI FRANCESCO MORACE

La crisi economico-finanziaria è paragonabile a un ciclone. Siamo solo all'inizio. Il ciclone trasformerà i paradigmi socio-culturali verso un cambiamento d'epoca che condurrà alla revisione dei modelli di comunicazione e di consumo come li abbiamo finora conosciuti. Verranno così ripensati i modelli di business più consolidati e finora praticati. A Parigi sono già iniziate le grandi manovre: cinque milioni di persone in piazza nell'ultima settimana. Studenti e immigrati, operai e impiegati, intellettuali e piccoli imprenditori, agricoltori e madri di famiglia.
Tutti guardiamo al ciclone come qualcosa di inevitabile che ci sovrasta, ne siamo spaventati, ci chiediamo quando passerà e quante vittime lascerà sul terreno. Le città-simbolo della ex nuova-era cui guardavamo con malcelata invidia – Londra, Dubai, Shanghai – si ripiegano sui loro cantieri improvvisamente chiusi e si riversano nei parcheggi degli aeroporti stracolmi di migliaia di auto abbandonate da chi fugge dal sogno. I Paesi dell'ex miracolo subiscono la stessa sorte. Tutto in sei mesi. Tutti pensano al ciclone. Pochi riflettono sul suo occhio.
L'occhio del ciclone può invece produrre il miracolo: proponendo un nuovo punto di vista, che renda finalmente possibile una visione integrale sul mercato e un pensiero lungo sulla globalizzazione. Le basi per un nuovo Rinascimento. Quella che Obama nel suo messaggio all'Iran per il capodanno iraniano, ha definito «una stagione di nuovi inizi». Che nasce sempre dalla crisi, elaborando un trauma, come la peste nera che sconvolse l'Europa nel 1330, e che costituì l'anticamera del Rinascimento.
A Milano nasce domani una Associazione che interpreta l'innovazione possibile con l'occhio del ciclone: The Renaissance Link. Una comunità di destino che riparte dalle persone e dalla voglia di rielaborare la crisi. Una piattaforma-laboratorio che mescola discipline per sperimentare nuovi modelli di business e nuove qualità di vita. Una Associazione con un Manifesto, pratiche da consolidare, progetti da condividere, regole da inventare. Basta che non siano quelle vecchie. Mai da soli, sempre in relazione: affrontando la fatica del confronto. Il Rinascimento inventò la prospettiva. La prospettiva di oggi è il Link, un nuovo legame che apre al rinnovamento.
L'occhio del ciclone propone nuovi punti di vista e noi cerchiamo di incarnarli, di metterli in pratica: con le persone e le imprese che vorranno condividere questa avventura. In Italia lavorando sui nostri talenti e sulle nostre qualità, valorizzando in modo nuovo la forza del "made in Italy". All'estero andando alla ricerca di altri rinascimenti: dalle energie pulite di Silicon Valley alle visioni indiane sul microcredito, dalle meraviglie del Web 2.0 fino al rinascimento possibile delle città attraverso i festival culturali. Abbiamo due anni di tempo: non di più. Tutto si gioca nella capacità di un occhio di immaginare nuovi sguardi. Il link sarà la nuova prospettiva e il luogo può essere l'Italia perché, come ha dichiarato Roberto Benigni in questi giorni, «l'Italia ora è proprio tutta coperta, ma queste ceneri nascondono un fuoco possente. Sta per succedere qualcosa. Sì. Accadrà un piccolo Rinascimento. Da noi non è morto nulla, è tutto vivo. Io sto in Italia, lo sento». I progetti che l'Associazione intende promuovere saranno articolati: l'individuazione di nuovi modelli di business, la configurazione di nuove alleanze trasversali e internazionali, il circolo virtuoso e creativo tra diverse discipline, il rilancio del "made in Italy", la rinascita di Milano.
Francesco Morace è socio fondatore di The Renaissance Link.

Per approfondimenti:

www.therenaissancelink.com

www.francescomorace.nova100.ilsole24ore.com

 

I mercoledì dell'ISI

Vi segnaliamo con piacere gli ultimi due appuntamenti del ciclo di conferenze "I mercoledì dell’ISI", promosso dall’Istituto di Studi Italiani (ISI) dell’Università della Svizzera Italiana (USI) di Lugano e dedicate al tema: "Corpi e corpuscoli".

1 aprile 2009 - Jürgen Mähder

"Le particelle della musica – La visualizzazione dello spazio sonoro nella musica del secondo Novecento"

6 maggio 2009 - Francisco Jarauta

"Frammenti di un’identità dissociata: il ritratto nel Novecento"

Luogo: Auditorio dell'USI, Via Buffi 13, Lugano

Orario: ore 18.00 – 19.30



Nell’ambito dello stesso ciclo, il 4 marzo scorso Globus et Locus ha partecipato alla conferenza dal titolo "Il lume di una candela" tenuta dal prof. Marco Maggi, studioso e docente al master di lingua e letteratura presso l’ISI. Maggi ha presentato un’interpretazione originale e profonda di un percorso poetico europeo che "si scalda al lume fioco di una candela". Autori come Paul Celan, Ezra Pound, Eugenio Montale, Giorgio Caproni, Osip Mandelstam sono tutti legati all’immagine e all’effigie della candela, "lume fragile e sottile", ben presente nella loro produzione poetica. Il valore del simbolo rappresentato dal lume di candela è ben noto agli esperti in questo campo. Si tratta, infatti, di percepire la letteratura come un non-luogo concreto, una u-topia, a cui poter ancorare i propri sogni e riflessioni. La fiammella della candela è anacronistica, come pure la meditazione letteraria sulla memoria, la bellezza e la spiritualità? Marco Maggi ha sostenuto con efficacia il contrario indicando in questo percorso forse poco noto, ma fondamentale nell’ambito della cultura europea, un topos letterario che va al di là della sua "usabilità" concreta. Il contrappunto lume-tenebre è, infatti, uno dei più efficaci "luoghi poetici" ed è, anche, uno dei fili conduttori principali di quella grande tradizione letteraria che deve molto al padre di tutta quanta la letteratura italiana, Dante Alighieri. L’afflato senza dubbio italico che traspare da una lettura intensa della Divina commedia, lettura carissima a molti fra i maggiori "poeti sensibili" del panorama europeo, diventa allora un’utile guida verso quella modernissima arte (non bisogna peritarsi di spendere la parola in questo contesto) che lega in un inscindibile viluppo la cultura europea come luogo di consapevolezza di una comunanza delle radici che va ben al di là delle temporanee divisioni che non hanno permesso, fino a tempi recentissimi, l’edificazione di una cultura condivisa autenticamente continentale.

Il nostro consiglio è quindi di non perdere i prossimi appuntamenti dell’ISI!

Sito ufficiale: www.isi.com.unisi.ch
 

Convention Ciao Italia

Dal 15 al 18 aprile 2009, tra Bari e Lecce, avrà luogo la X Convention mondiale di Ciao Italia, all’insegna del cibo italico di qualità.

      

Ciao Italia è la grande rete (con più di 3000 soci), fondata da Bartolo Ciccardini, che raggruppa i ristoratori che propongono una cucina di matrice autenticamente italiana nel mondo. Oltre al mondo della ristorazione, Ciao Italia propone il coinvolgimento dell’imprenditoria alberghiera, ma anche la cultura in senso lato e quella universitaria, al suo progetto di affermazione di un autentico gusto italico di qualità nel mondo.

Questo gusto ha oggi un marchio "Made for Italici", promosso dalla Convention. Il nome, per metà inglese e per metà italiano, testimonia l'universalità del food italico, come garanzia di autenticità e qualità.

La X Convention degli imprenditori della ristorazione italica nel mondo afferma con forza e convinzione la riuscita di un’idea più ampia di imprenditorialità, legata sì all’Italia della tradizione gastronomica, ma anche emanazione concreta della sua penetrazione e affermazione sul mercato globale in qualità di “community del gusto”.

Maggiori informazioni e il programma dell'evento sul sito: www.ciaoitalia.org

 

La recensione del mese

Visioni di città. Le forme del mondo spaziale, Paolo Perulli, Einaudi, 2009

In linea con la forte ripresa di interesse per la dimensione spaziale delle scienze sociali, la città torna al centro dell’attenzione di studiosi e dirigenti politici impegnati nell’analisi dei processi di integrazione della società nell’attuale fase storica. E ci torna in rapporto al tumultuoso processo di urbanizzazione in corso, apportatore di trasformazioni deformanti - quando non devastanti -, manifestazione esemplare della perdita di senso che rischia di travolgere la nostra civilizzazione sotto l’impeto della globalizzazione. Sistema di organizzazione complesso e articolato per sua intrinseca natura, in costante mutazione nello spazio e nel tempo, la città contemporanea è caratterizzata da un’espansione incontrollata e fuori misura e va incontro alla perdita di quella configurazione originaria che ne ha fatto tradizionalmente la sede di una vita di associazione. Con il risultato di confinare l’interazione fra i suoi abitanti a un rapporto fondato sul principio di alterità anziché di comunità, riducendolo a un’esperienza di puro coordinamento funzionale.

Motivo ispiratore di questo libro ricco di suggestioniche richiamano i grandi temi della sociologia, della filosofia, dell’etica e quindi della politica, è l’ambizione a offrire una riflessione sulle molteplici visioni della città, non ridotta a semplice agglomerato ma ispirata a una razionalità umanistica in grado di sostenere, sia sul piano del pensiero che della prassi, le sfide poste dalla modernità. Sotto questo profilo, l’autore mantiene una posizione molto netta sull’importanza di rivalutare il ruolo delle unità urbane, in particolare lecittà globali connesse alla rete, impegnate ad andare oltre i confini nazionali per affermarsi su scala mondiale. Il rafforzamento di competenze di cui beneficia la città globale, approfittando della riduzione di quelle tradizionali dello Stato sottoposto alle pressioni convergenti delle istituzioni sovra nazionali e delle autorità regionali e locali, ha contribuito fortemente alla trasformazione delle forme del potere: da una pratica di gestione legata a una concezione gerarchica del principio di autorità a una decentrata "dialogica" attenta alle domande della società civile. Ed è a questo proposito, sottolinea l’Autore, che risalta la dimensione glocale della città in rete, in grado di mediare fra le esigenze di un’economia e una tecnica universale e le istanze di una politica definita da un’area territoriale in funzione di difesa della propria identità.

Ripensare alla luce di questa evoluzione il concetto stesso di locale appare a questo punto inevitabile per venire incontro alle nuove domande della società sul piano della comunicazione e della pratica politica. Andando oltre gli schemi istituzionali tradizionali, occorre promuovere una regolamentazione urbanistica in grado di evitare da un lato un’imposizione prescrittiva nella definizione degli assetti spaziali della città e dall’altro una linea di liberalismo indiscriminato sull’uso dei suoli ispirata a una logica puramente di mercato. Una regolamentazione dunque che risponda alla potenzialità organizzativa autonoma della società, combinando un sistema di pianificazione dall’alto con un coordinamento spontaneo dal basso, risultato di un decisione concordata fra gli attori di questo livello. In conclusione, seguendo il filo conduttore dell’argomentazione del libro, figura l’auspicio di poter realizzare un ordinamento urbanistico rinnovato in grado di porsi come obiettivo prioritario la promozione del bene comune, costituito da una forma di convivenza aperta e avanzata fra tutti i membri della comunità urbana.

di Paolo Calzini

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