Convegno "from the Unity of Italians to the Unity of Italics" - 2011

University of Pennsylvania, Philadelphia, 15-16 aprile 2011

Il 2011, anniversario dei 150 anni di unità d’Italia, si è aperto all’insegna di un’accresciuta presa di coscienza dell'importanza dell’italicità per il futuro della nostra cultura nel mondo. Lo dimostra l' importante Convegno dal titolo “From the Unity of Italians to the Unity of Italics: the Languages of Italicity Around the World”, ospitato il 15 e 16 aprile nella prestigiosa University of Pennsylvania (ateneo dell’Ivy League), e promosso da AISLLI e Globus et Locus, in stretto raccordo con l’Ambasciata italiana a Washington e il Consolato Generale di Philadelphia e con la partecipazione di una delegazione svizzera.

Il convegno ha rappresentato una tappa importante nella acquisizione del ruolo che può svolgere la community italica nel mondo, partendo dall'analisi dei suoi numerosi linguaggi. Proprio la varietà dei linguaggi – dall’arte alla musica, alla gastronomia, al design industriale, allo sport – ha garantito e garantisce alla civiltà italiana la sua ricchezza, la sua mobilità, la sua capacità di affermarsi e di reinventarsi nel mondo.

Dopo aver unito gli italiani, è oggi possibile e necessario pensare ad unire gli “italici”: coloro che nel mondo “pensano italiano”, anche se usano altre lingue o appartengono ad altre cittadinanze rispetto a quella italiana.  A guidare l'organizzazione del convegno è stato il professor Fabio Finotti, titolare del dipartimento di italianistica della UPenn (dipartimento che, su sua scelta, diventerà presto di italicistica), il quale, insieme a Piero Bassetti, ne ha delineato senso e obiettivi. Nel suo intervento introduttivo, qui allegato, il Presidente di Globus et Locus ha ricordato come “Nel mondo glocal, dobbiamo chiederci quale nuova forma di organizzazione civile e politica può favorire l’unità degli italici di fronte alle sfide della globalizzazione. Un’unità nazionale o piuttosto una nuova modalità di aggregazione, in grado di raccogliere e rappresentare i numerosi “locals” sparsi nel mondo? Un’aggregazione “a centro” o piuttosto reticolare, funzionale, pluralista?” 

Molti degli interventi - oltre a quelli di Bassetti, Tirabassi e Finotti vanno sicuramente evidenziati quelli dei ticinesi Remigio Ratti, Oscar Mazzoleni e Tatiana Crivelli, e quelli di Riccardo Giumelli e, in video conferenza, di Carlo Petrini di Slow Food - hanno aperto nuovi capitoli della glocalizzazione italica. Dal Rinascimento italiano, alla base di quello straordinario e unico patrimonio che è nel corso dei secoli ha dato vita alla cultura italiana, ci si è avviati alla postulazione e stesura dei passi da compiere per avviare il Rinascimento italico. I cui protagonisti e diffusori si muoveranno, come tutti hanno concordato, nell’ambito di una aggregazione di interessi del tutto nuova: glocale, meta-nazionale, in rete e non limitata nemmeno dall’uso forzato di una sola lingua. 

 

Scarica gli interventi:

Piero Bassetti

Maddalena Tirabassi

Niccolò d'Aquino

Remigio Ratti

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