Peter Carravetta, della Stony Brook University, terrà una conferenza su Post-moderno, architetture e migrazioni.
Parteciperanno:
Gianni Vattimo
Giovanni Durbiano, Politecnico di Torino
Maddalena Tirabassi, Centro Altreitalie
A partire da una riflessione generale sugli aspetti ormai noti dell'epoca postmoderna - marcata da profonde crisi del sapere, della filosofia, e delle ideologie - l'autore propone un dialogo su quattro argomenti di immediata rilevanza: globalizzazione,
migrazione, abitazione, sorveglianza, e sul loro intrecciarsi nel determinare le reali possibilità di mantenere, o ripensare, le prospettive per una società democratica.
Il migrare, Peter Carravetta sostiene nel suo recente saggio Sulle tracce di Hermes, non è epifenomeno socioeconomico (come viene tipicamente considerato nell'epoca degli stati-nazione) ma aspetto intrinseco, antropologicamente e filosoficamente parlando, di homo humanus, cioè homo viator, è ontologicamente parte di homo sapiens… ed è qui che l'idea di domus, di habitat entra in scena, e dove l'architettura ci potrebbe dimostrare che in effetti l'ossessione con i monumenti o palazzi millenari o eterni nasce da un rifiuto di accettare (o da esigenza di esorcizzare) la transitorietà, la metamorfosi costante.
Per quello che riguarda le migrazioni, uscire dal determinismo economico-giuridico invita a ripensare-rimette in discussioni gli
stessi paradigmi che hanno accompagnato la lettura delle mobilità, come ad esempio il localismo, in cui le radici sono sovrastimate, ma anche aprire a una nuova interpretazione delle mobilità in cui il migrante diventa “l’altro necessario per ogni definizione del sé o dell’identità socociopoltica… abbassando (così) la soglia del sospetto”.