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Italiani e italici verso le elezioni europee

Presso la Sala Zuccari del Senato, lo scorso 26 gennaio, si è tenuto il convegno sul tema “Italiani ed italici verso le elezioni europee organizzato dall’Associazione Svegliamoci Italici (Asvit), in collaborazione con la Fondazione Giannino Bassetti, Schola Italica-impresa sociale, e Associazione Globus et Locus. Il convegno è stato presieduto dal senatore Pier Ferdinando Casini che ha così introdotto al dibattito:

“Questo convegno si propone di ripercorrere il cammino attuativo dell’idea di costruzione europea elaborata dai padri fondatori e sviluppatasi fino ad oggi. Nello stesso tempo si propone di rappresentare lo stato attuale e le prospettive future dei possibili sviluppi dell’unione europea. Il Parlamento europeo è oggi l’unico luogo di partecipazione democratica, sintesi delle varie culture e identità. In questo senso il lavoro che il Presidente Bassetti porta avanti da molti anni sulla civiltà italica fornisce spunti preziosi. A lui si deve l’intuizione dell’esistenza e dell’importanza degli italici. Ovvero di tutti coloro che hanno abbracciato in Italia o nel Mondo valori e stili di vita condivisi. Si parla di una comunità che non conosce confini geografici e che rappresenta una preziosa risorsa da valorizzare, un soft power di fondamentale importanza per il nostro Paese, utile da a promuovere un’agenda internazionale”.

A seguire è intervenuto Piero Bassetti, presidente dell’Associazione Svegliamoci Italici, che ha aperto la riflessione sullo stato dell’unione europea.

“In un mondo che si muove seguendo alcune dinamiche che minacciano tutti gli equilibri preesistenti, non avere un’idea d’Europa significa non avere un’idea del Mondo” – ha dichiarato Bassetti. Il Presidente di Svegliamoci Italici ha poi posto l’attenzione sul cambio di paradigma cui il pianeta si sta dirigendo: prima stanziale e regolamentato dai confini, ora sempre più interconnesso e mobile. “Siamo immersi nella rete e questa condizione porta ad una necessaria ricollocazione nel mondo. La rete è una dimensione mondiale e la presenza su questa non dipende da tradizioni secolari di geografia politica, bisogna dunque essere capaci di relazionarci a questa dinamica innovativa fronteggiando le sfide dell’epoca contemporanea. Tra queste sfide, una delle più importati è alle vecchie aggregazioni politiche come l’Unione europea”. Bassetti, si è poi focalizzato sul tema dell’identità: “Bisogna chiedersi se come Nazione, attraverso meccanismi di selezione della nostra classe dirigente che vanno innovati, siamo in grado di fornire suggerimenti e metodologie di azione politica aggiornati e aggiornabili alle sfide che abbiamo di fronte”. In chiusura è stata sottolineata l’importanza di animare il Parlamento europeo, non seguendo schemi rigidi, ma provando ad agire in un mondo la cui complessità sfida a risposte e proposte inedite.

Tra gli interventi quello di Silvia Costa, già Presidente della Commissione Cultura del Parlamento europeo., che ha così aperto la sua relazione: “Ricordo bene quando a fine anni ‘90, con Globus et Locus, il Presidente Piero Bassetti lanciò una nuova prospettiva utile a rispondere alle apparenti antinomie tra il globale e il locale, tra patriottismo e esterofilia. Lui individuò nella civiltà, nei valori e stili di vita, ben sintetizzati nel termine italici, un comune denominatore che travalica confini e barriere fisiche. Il concetto di italici abbraccia una realtà umana sconfinata, di cui gran parte è costituita dalle nuove generazioni di italici, studenti e lavoratori italiani all’estero o giovani immigrati che lavorano e vivono nel nostro Paese”. Ha poi approfondito il concetto di cittadinanza europea mettendo in luce quanto questo riconoscimento, ancora oggi vincolato alla prima cittadinanza italiana, non goda di autonomia, privando così numerosi italici anche della cittadinanza europea. Per la Costa, questo tipo di cittadinanza necessita di aggiornamenti che tengano conto della nuova direzione sociopolitica del globo.

Francesco Samorè, segretario generale di Fondazione Giannino Bassetti, è così intervenuto: “ I processi di innovazione che sicuramente fanno parte della storia e della cronaca che noi stiamo vivendo, non sono governabili dai singoli stati, né, credo, dall’Europa così com’è. Qual è la risposta possibile? Direi che la risposta è un’Europa delle civilizzazioni. […] Un’Europa vista dal mondo, non introversa, che concepisce anche la presenza di sé stessa fuori, in dialogo con altre grandi civilizzazioni. Per questa nuova Europa, gli italici sono un modo di osservare l’Europa da una posizione planetaria”.

Giuseppe Terranova, docente di geografia politica ed economica all’Università della Tuscia, durante il suo discorso ha posto attenzione sulle giovani generazioni e sul loro legame con l’Unione Europea. “Non solo i nostri giovani sono pochi, ma votano ancora meno. Non si parla dei giovani perché i giovani non si sentono coinvolti dalla politica, ma la politica non li coinvolge perché non pesano molto elettoralmente”.

Maria Chiara Prodi, Direttrice de la Maison de l’Italie, ha sottolineato le difficoltà tecniche riguardanti il voto per le elezioni europee degli italiani che vivono in un altro paese europeo. Ha inoltre parlato dell’importanza all’educazione alle identità multiple: “C’è bisogno di una educazione alle identità multiple e attivabili, che fanno appello alla nostra capacità di riconoscerci in diverse relazioni e contesti. […] Questa pratica potrebbe facilitare anche una buona battaglia contro i nazionalismi. In questo quadro si può collocare una nuova visione di cittadinanza europea e la possibilità ad aprire delle liste transazionali, maggiormente rappresentative per i nuovi italiani e gli italici all’estero”.

A chiudere il dibattito è stato Umberto Laurenti, vicepresidente dell’Associazione Svegliamoci Italici. Laurenti, attraverso la sua relazione, ha avuto modo di sottolineare quanto la disaffezione delle nuove generazioni alla politica derivi dalla mancanza di attenzione dei partiti ai problemi contemporanei cui Italia ed Europa sono sfidate.

Ha poi aggiunto: “La civiltà italica è da sempre cresciuta grazie al sincretismo culturale, si è nutrita di continue afferenze (culturali) diversificate che sono state assorbite ed innovate, generando un nuovo arricchimento. Come italici abbiamo non solo il diritto, ma il dovere di portare questo in Europa […]. È necessario far emergere questo tessuto connettivo europeo di natura culturale e poi economico, sociale”.

Numerose le personalità che hanno partecipato al convegno offrendo peculiari punti di vista sullo scenario europeo. Il report video dell’evento, nella sua versione integrale, è consultabile qui.

StaffGlobus